Gli scavi condotti dal 1991 al 1995 dalla Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo hanno messo in luce un complesso di strutture e stratigrafie riferibili ad un arco cronologico che va dal I sec. A. C. all’alto medioevo. • Sec I a.C. – metà III sec. d.C.: le strutture più antiche (I sec. a.C. – I sec. d.C.) sembrano delimitare due ambienti con portico verso il mare, probabilmente un vicus connesso all’esistenza di un piccolo approdo. L’impianto, tra I sec. e inizio II sec. d.C., viene trasformato in officina specializzata nella produzione di lucerne, attraverso la realizzazione di una fornace e di ambienti utili alle diverse fasi di lavorazione dell’argilla. L’attività era facilitata dalla presenza di giacimenti d’argilla e del torrente Feltrino, il quale assicurava l’approvvigionamento idrico e permetteva il commercio dei prodotti mediante le strutture d’approdo alla sua foce. Il complesso doveva far parte di una villa romana ubicata in località Murata Alta, i cui resti sono segnalati fino al 1911. La crisi dell’Impero Romano determina l’abbandono del sito all’inizio del III sec., documentato dalla destinazione ad uso funerario di uno degli ambienti, nel quale sono state rinvenute tre tombe con lucerne Firmalampen nel corredo funebre. • Fine V sec. d.C. – inizi VII sec. d.C.: le comunità fuggite dall’interno a seguito dell’avanzata longobarda tornano ad abitare il complesso alla fine del V secolo, riutilizzando le strutture preesistenti e impiantando semplici focolari a terra e alzati in legno. A questa edilizia povera si aggiunge un muro di terrazzamento verso il mare in opus spicatum. I piani di vita hanno restituito resti consistenti di ceramica da fuoco (VI-VII sec.) del tutto simile a quella rinvenuta in località Casino Vezzani di Crecchio. Nel periodo bizantino il sito doveva essere un punto strategico per il controllo della costa frentana, fungendo da approdo di collegamento sotto costa per piccole imbarcazioni. Due sepolture databili tra VI e VII sec. attestano un nuovo abbandono dell’insediamento: in una delle due tombe è presente quale elemento di corredo una brocchetta in ceramica tipo Crecchio, a conferma del controllo bizantino esercitato sul sito in questa fase. • Alto medioevo: nel VII secolo i Longobardi erano ormai avanzati sino alla costa, recuperando e rafforzando i presidi bizantini. La persistenza del popolamento sul sito nell’alto medioevo è documentata dal rinvenimento di ceramica da fuoco di VII-IX secolo all’interno di una cisterna per l’acquacoltura e della costruzione di una piccola fornace.